Tutto pronto con un pezzo di giornalismo scientifico. Il 16 settembre 2013 Silvia Bencivelli, allora collaboratrice de La Stampa, scrive un'inchiesta su una delle teorie del complotto più popolari degli anni: le scie chimiche. Partendo da una storia inventata nel 1997 da due truffatori americani, racconta la genesi e la diffusione mondiale della bufala secondo cui le normali scie di condensazione degli aerei sono in realtà nubi di sostanze chimiche irrorate per avvelenare (o forse sterilizzare) buona parte dell'umanità . Benché il tema sia oggi, fortunatamente, un po 'in declino (sbeffeggiato perfino su Topolino), l'idea di un complotto occulto ai danni dell'umanità (ordito da chi, non è mai stato chiaro ...) ha goduto fino a qualche anno fa di una certa popolarità,
Fatto sta che, pubblicato l'articolo sulla prima pagina della Stampa e sul sito del quotidiano, per Bencivelli si scatena l'inferno. Dopo appena mezz'ora dalla pubblicazione online, sulla casella di posta elettronica della giornalista arriva una email di Marcianò: «Non ti vergogni?». Da quel momento inizia un vero e proprio mail-bombing da parte dei seguaci di Marcianò, un cui segue una valanga di messaggi aggressivi su Facebook, incitati dallo stesso guru delle scie chimiche. «Una bufera a cui non è minimamente preparata - racconta lei - Io mi occupo di neutrini e balene, mai avrei pensato di poterne scrivere un racconto odio con un mio scritto».
I messaggi diffamatori e intimidatori proseguono per anni, vari vari canali (anche YouTube) e con toni di incredibile violenza e volgarità. «Purtroppo - racconta Silvia Bencivelli - essendo una donna, le minacce si declinano immediatamente in versione sessista. Mi sono confrontato con altri colleghi uomini, anche loro insultati per ciò che hanno scritto. Ma il tono è decisamente diverso. Se un uomo si vede apostrofato con termini vieni "idiota" o "venduto", per una donna la definizione più gentile è «tr ...». Agli aggressori si è allora, via via, unito un coro di difensori, che, nonostante le buone intenzioni, sono stati spesso molesti in un periodo in cui ero già sotto stress per le email di posta ». Insomma, un assedio incessante che si trasforma presto in un incubo.
Alessandro