Il militare ha chiesto i documenti al magistrato che lo ha mandato «aff...». Ma per la Procura non è reato perché «avrebbe reagito a un atto arbitrario»
Tutto avviene a novembre scorso, non in un posto qualunque ma nell’area blindata della Procura di Palermo riservata alla Direzione Distrettuale Antimafia. Laddove le polemiche sulla scarsa sicurezza nei tribunali non si sono ancora placate, l’appuntato del reparto scorte ha chiesto i documenti a un uomo da lui mai visto prima. Infastidito dall’«affronto» del carabiniere, in servizio con altri tre colleghi, il giudice si è rifiutato di mostrargli il badge dandogli le spalle. Il militare non ha potuto far altro che insistere, quell’uomo avrebbe potuto esser chiunque, avere anche una pistola in borsa. Quindi ha riformulato la domanda, ottenendo di tutta risposta un «Ma vaffanculo!».
L’esclamazione, pronunciata davanti agli altri militari e confermata dallo stesso togato nella propria relazione di servizio inviata al procuratore di Palermo, è stata ritenuta lecita. Il giudice, come hanno sentenziato i suoi stessi colleghi di Caltanissetta, non è punibile. Stava entrando nell’area riservata senza mostrare il badge, aveva il «diritto» di non essere importunato. Ha mandato a quel paese il militare che stava lavorando, ha girato i tacchi e tanti cari saluti.
Secondo la corte, il magistrato ha reagito a un «atto arbitrario» del carabiniere consistente nell’aver chiesto l’esibizione dei documenti «quando appariva ormai chiaro che si trattava di un magistrato e quando lo aveva certamente valutato come un soggetto inoffensivo dal punto di vista della sicurezza del magistrato da lui protetto». Avrebbe dovuto immaginare chi aveva di fronte il puntiglioso militare, e il vaffanculo, insomma, «se l’è cercato».
Contro la richiesta di archiviazione, presenteranno presto opposizione i legali del carabiniere, Giorgio Carta e Maria Laura Perrone. «La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Caltanissetta – spiega l’avvocato Carta – mi sorprende. Mi chiedo, infatti, a quale rispetto possano oggi aspirare i poliziotti e i militari se perfino un magistrato pronuncia simili parole dinnanzi a chi sta svolgendo un delicato servizio per la collettività, peraltro particolarmente rischioso come quello della scorta».
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Alessandro
P.M. sta per ???
RispondiEliminaAi posteri l'ardua sentenza
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