Penisola Italica, lì
24/07/2017
Oggetto: Lettera
aperta circa le preoccupanti violazioni dei diritti fondamentali
dell'Uomo avvenute all'interno del Vostro comune di competenza, nello
specifico nei confronti di Riccardo Francesco Pietro Tarello.
Gent.li
sindaco Renzo Carisio, vicesindaco Giovanni Rocco Monti, assessore e
consigliere comunale Federica Barbieri,
Ora
vorremmo precisare un fatto, prima di procedere con le nostre
considerazioni e dunque con le nostre domande: Riccardo, come tutti
noi che vi stiamo scrivendo, aveva compreso che ciò che viene
chiamato "Pubblica Amministrazione", "Stato",
"Comune", "Regione" e tutti i derivati e affini è
in realtà tutto un insieme di aziende private che agiscono spesso in
assenza di validi e vincolanti contratti fra le parti, per
consuetudine, e purtroppo spesso attraverso l'uso della forza e della
coercizione per conludere gli accordi: no soldi = no
acqua/luce/gas/... = no dignità = NO VITA.
Queste
non sono soltanto fantasie o punti di vista, ma la pura realtà ormai
dimostrata grazie ai numerosi documenti e informazioni che sono stati
resi pubblici negli ultimi anni (alcuni dei quali allegati alla
presente), e che dimostrano come quotidiamente ogni essere umano
venga, senza il suo consenso libero e consapevole, mercificato e
utilizzato come capitale a garanzia di debiti fittizi ed insanabili,
fin dalla creazione dell'Atto di Nascita.
Siamo
certi che di questo siete già stati ampiamente informati da Riccardo
nel corso di questi anni (le sue numerose raccomandate e la nostra
testimonianza diretta lo dimostrano), ma serviva la premessa
affinchè, trattandosi di una lettera aperta e dunque PUBBLICA, anche
chi non lo conoscesse possa ora capire che lui, come noi, non ha
deciso di porsi degli interrogativi sull'incessante illecita
richiesta di denaro sotto forma di "tasse" caricate
indebitamente su ogni genere di fornitura perchè faceva fatica a
pagare o ad "arrivare a fine mese".
Non
l'ha fatto per rendersi la vita più comoda, ma perchè era un uomo
che amava la verità. Non perdeva occasione per divulgare ciò che
aveva scoperto, per aprire gli occhi a tutti coloro con cui parlava,
per informare...e per agire egli per primo davanti a ciò che ormai
sappiamo tutti essere palesemente illegittimo, per quanto
ritenuto "legale".
Sarà
un caso che per descrivere le azioni delle corporation private che
hanno monopolizzato il valore del capitale umano e la produzione
della fiat money venga utilizzato proprio questo termine, "legale"?
Il
dizionario di giurisprudenza Britannica riporta una curiosa
definizione di questo termine, in tutto e per tutto differente dal
termine lecito o legittimo (lawfull and not legal): "tutto
ciò che concorre alla distruzione della Legge Divina (qui intesa
come Legge e Diritto Naturale)"...
Per
questo Riccardo ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita, durante i
quali stava anche curandosi da un cancro renale, privato della
possibilità di avere acqua potabile in casa. Perchè non aveva abbassato la testa davanti alle illegittime tassazioni sulla
fornitura di questo bene primario. Perchè
si era opposto chiedendo spiegazioni, che però non sono mai
arrivate.
Al
posto delle spiegazioni, sono arrivati gli addetti, ovviamente
scortati da uomini armati, ad interrompere la fornitura dell'acqua in
modo tale che non potesse più accedervi in alcun modo, fatto salvo
ovviamente, il rendersi complice della frode delle tassazioni
illegittime pagando quanto gli veniva richiesto...
Curioso
al pari della scelta del termine legale per definire le azioni delle
corporation private camuffate da "Pubblica Amministrazione",
è la storia della privatizzazione di un bene come l'Acqua, bene che
l'ONU stesso ha definito nel 2010 "Un diritto umano universale e
fondamentale". La
risoluzione del 28 luglio 2010 sottolinea ripetutamente che l'acqua
potabile e per uso igienico, oltre ad essere un diritto di ogni uomo,
più degli altri diritti umani, concerne la dignità della persona, è
essenziale al pieno godimento della vita, è fondamentale per tutti
gli altri diritti umani.
Molti
non sanno che dietro a questa manovra, che forse più di ogni altra è
in grado di mettere in scacco la popolazione, dato che tocca non un
bene di consumo qualsiasi, ma una necessità primaria e fondamentale
alla VITA (circa il 65-70% del nostro peso corporeo ne è costituito,
e nessuno può sopravvivere per più di circa 7 giorni senza),
specialmente in Italia si è sempre nascosta, neanche troppo bene,
l'organizzazione mafiosa, per prima quella siciliana.
Lo
spiegano benissimo le parole di Umberto Santino nel suo articolo, che
qui cito solo parzialmente (ma che potrete trovare ntegralmente
all'indirizzo https://www.disinformazione.it/acqua8.htm):
"L'acqua rubata. Dalla mafia alle multinazionali".
[...]Le
politiche sull’acqua che si sono imposte negli ultimi anni sono
imposte dalle società multinazionali e rispondono a logiche di
mercificazione e di privatizzazione. L’acqua viene considerata non
un bene pubblico ma una merce nelle mani di pochi grandi gruppi
industriali che agiscono perseguendo la massimizzazione dei profitti.
L’accesso all’acqua sarebbe un bisogno che ciascuno deve cercare
di soddisfare come può, non un diritto che dev’essere garantito a
tutti, in base a una considerazione che dovrebbe essere ovvia ma non
lo è: l’acqua
non è un bene economico qualsiasi ma una fonte di vita e la vita
dev’essere assicurata a tutti, fa
parte di quei diritti inalienabili e immercificabili che ognuno
acquisisce nascendo.
Invece nel mondo attuale il liberismo viene applicato a tutto e il soddisfacimento del “bisogno” d’acqua dipende dalla volontà dei “signori dell’acqua”, i quali si comportano come il lupo e l’agnello della favola: chi sta in alto dispone a suo piacimento se fare bere o meno chi sta in basso e ogni pretesto è buono per negare o razionare l’accesso, manovrando la leva dei costi [aggiungiamo noi: la tassazione, tutt'altro che legittima o necessaria, visto come viene generata la moneta dal nulla, fa parte di tali manovre].
Queste politiche che potemmo sinteticamente definire come “uso privato di risorse pubbliche” hanno precedenti storici, di cui forse l’esempio più significativo possiamo trovarlo in Sicilia.
L’acqua
è uno dei settori su cui i gruppi mafiosi hanno esercitato il loro
dominio. La mafia siciliana non è solo un’organizzazione criminale
ma qualcosa di più complesso: i gruppi criminali agiscono
all’interno di un sistema di relazioni, hanno rapporti con il
contesto sociale, con l’economia, la politica e le istituzioni, le
attività delittuose sono intrecciate con attività legali e
perseguono fini di arricchimento e di potere.
Nessuna sorpresa quindi se la mafia ha rivolto particolare attenzione
a una risorsa fondamentale come l’acqua, approfittando delle
opportunità offerte dal contesto politico-istituzionale.
[...]Se
negli ultimi anni a livello nazionale e mondiale sono sorti o si sono
rafforzati gruppi criminali di tipo mafioso, cioè che hanno la
complessità della mafia siciliana, sul problema dell’acqua, come
accennavamo all’inizio, si sono imposte politiche di
privatizzazione dovute all’emergere di grandi gruppi
imprenditoriali.
[...]Questa
invasione delle grandi imprese renderà sempre più difficile una
politica pubblica delle risorse idriche e imporrà sempre di più un
modello fondato sulla “petrolizzazione dell’acqua”, cioè sulla
dittatura del mercato anche sull’acqua. In questi ultimi anni si è
parlato tanto di “fine delle ideologie” ma in realtà abbiamo
assistito al trionfo del liberismo che è anch’esso un’ideologia.
Sostenere che il mercato è il migliore, se non l’unico, meccanismo
di regolazione, è una tesi ideologica che semplifica la complessità
del reale riducendo tutto alla dimensione economica. L’acqua non è
un bene di cui si possa fare a meno, che si può scegliere di
consumare o meno, ma un bene comune indispensabile per vivere. Tutto
questo viene ignorato e come si è fatto per il petrolio, che è
servito per arricchire le grandi multinazionali e gli sceicchi,
lasciando in miseria gran parte della popolazione dei paesi
produttori, così ora si vuole fare pure per l’acqua.
Ora
veniamo alle domande:
L'atto
di impedire, consapevolmente, volontariamente ad un uomo, peraltro
anziano ed in precarie condizioni di salute, di usufruire dell'acqua
potabile in casa sua, di scegliere di ignorare le sue ripetute e
LEGITTIME richieste di spiegazioni e di trasparenza, di costringerlo,
a 72 anni, ad andare fino alla fontana "pubblica" per
riempire delle taniche d'acqua o recarsi a casa dei suoi figli per
potersi anche solo lavare, al di là di qualsiasi parvenza di
"legalità" (che abbiamo già tristemente compreso cosa
significhi), dal punto di vista umano, voi come lo definireste?
Dato
che un comunicato del 07 aprile 2016 del I.E.O., l'Istituto Europeo
di Oncologia, ha confermato e sottolineato la forte correlazione tra
lo stress e l'insorgenza e la diffusione del cancro, ora noi ci
chiediamo: è possibile che le condizioni di vita degli ultimi mesi
abbiano contribuito ad aggravare lo stato di salute di Riccardo?
E'
possibile che per prendere denaro si decida di passare sopra anche
alla vita umana?
Quanto
vale per voi una vita? Meno di una bolletta? Nascondersi
dietro una parvenza di "legalità, a vostro parere, rende meno
responsabili delle proprie azioni?
Riccardo
non ha smesso di pagare per mancanza di volontà, nè perchè
costretto da una crisi creata ad arte, ma perchè era stanco di
abbassare la testa davanti ai soprusi. Era stanco, come tutti noi, di
dover acconsentire ad una serie di abusi costanti ai danni della
popolazione sotto forma di continue illecite richieste di denaro
sotto forma di tasse che servono solo ed esclusivamente a finanziare
stipendi e pensioni d'oro, dal momento che investirli nel risanamento
del debito pubblico è palesemente una follia, dato che tale debito è
fittizio, fraudolento e comunque insanabile per sua stessa natura. Ci
viene richiesto di pagare l'acqua che viene portata nelle nostre
case...ma quest'acqua, signori, di chi è?
Ed
anche ammesso che si voglia ancora credere alla storia dei
finanziamenti per opere pubbliche, non sarebbe sufficiente pagare
solo ed esclusivamente il consumo netto (cosa che non sarebbe
necessaria se ogni territorio riprendesse la propria sovranità
monetaria, come ogni comune potrebbe fare)?
Dal
momento che stiamo pagando per un bene che è già nostro, e che
quindi non va "comprato" da nessun altro, quel denaro
sarebbe già più che sufficiente per sostenere le opere di
costruzione e manutenzione di acquedotti, impianti ecc... il resto
delle accise su cosa si fonda?
Avete
voi argomenti reali e prove tangibili per rispondere a queste domande
e confutare quanto scritto in questa lettera aperta e notificatovi in
questi anni da Riccardo Francesco Pietro Tarello?
Ciò
che vogliamo fare intendere con questa lettera, è che Riccardo
adesso non è più con noi qui, a divulgare ciò che ormai in tanti
sappiamo, ma non era solo. I
suoi famigliari non sono soli.
Ci
hanno insegnato che "il tempo è denaro"...no signori, IL
TEMPO E' VITA! E vivere al meglio questo tempo che abbiamo a
disposizione è nostro inalienabile diritto. La qualità di vita di
Riccardo nei suoi ultimi mesi è stata gravemente compromessa in nome
di un denaro che viene creato dal nulla in frode ogni giorno, e
questa è stata l'ultima prova della terrificante visione distorta
del valore del denaro, dell'essere umano e della vita.
A
tutte queste domande noi che scriviamo e tutti coloro che leggeranno,
ora pretendiamo una risposta, e andremo avanti fino a quando non
saranno stati individuati i responsabili di questi abusi e non
avranno, almeno per quanto possibile, ormai, rimediato al danno
enorme che hanno causato.
Alessandro
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