Gli schiavi camminavano lentamente in fila, ognuno trasportando una pietra levigata. Quattro file, ognuna lunga un chilometro e mezzo, dalla cava di pietre fino al luogo dove la costruzione nella città murata era iniziata, sotto lo sguardo vigile delle guardie armate - una guardia militare ogni dieci schiavi.
Su di un lato, in cima ad una montagna alta tredici metri realizzata con pietre levigate, sedeva Crazio, uno degli alti sacerdoti. Durante i quattro mesi trascorsi aveva silenziosamente osservato le attività costruttive. Nessuno lo aveva distratto, non una singola persona aveva osato interrompere la sua contemplazione, nemmeno con uno sguardo.
Sia gli schiavi che le guardie avevano accettato l’altura artificiale con il suo trono in cima come parte del paesaggio. E nessuno prestava attenzione a questa figura sia che fosse seduta immobile sul trono o che camminasse avanti e indietro sulla piattaforma panoramica in cima all’altura. Crazio si era assegnato il compito di rinnovare lo stato, consolidando il potere dei sacerdoti per un millennio, sottomettendo tutte le persone della Terra, rendendo chiunque senza eccezioni (inclusi i governanti nazionali) schiavi dei sacerdoti.
Un giorno Crazio scese dal trono, lasciando un sosia al suo posto. Il sacerdote si era cambiato i vestiti e si era tolto il copricapo. Aveva dato ordini al capitano delle guardie di legarlo in catene come un semplice schiavo e di metterlo in fila dietro ad un giovane schiavo chiamato Nard.
Guardando i volti dei diversi schiavi, Crazio aveva notato che questo giovane uomo in particolare aveva uno sguardo penetrante e determinato, non errante o distaccato come molti altri. L’aspetto di Nard si alternava tra l’eccitamento e l’intensa contemplazione. Ciò significa che sta covando qualche sorta di piano, realizzò il sacerdote, ma voleva avere conferma della certezza di questa osservazione. Per i successivi due giorni Crazio seguì Nard in ogni movimento, trascinando silenziosamente le pietre, sedendosi accanto a lui durante i pasti e dormendo accanto a lui nelle baracche. Alla terza notte, non appena il comando di riposo era stato dato, Crazio si girò verso il giovane schiavo e in un tono di amarezza e disperazione sussurrò: “Questa condizione continuerà per il resto della nostra vita?”
Il sacerdote guardò come il giovane schiavo rabbrividì e improvvisamente si girò a guardarlo. I sui occhi luccicavano, cosa visibile anche alla fioca luce delle torce nelle baracche. “Non durerà a lungo”, sussurrò il giovane schiavo. “Sto elaborando un piano. E tu, vecchio compagno, puoi esserne parte!” “Che tipo di piano?” Chiese il sacerdote con un sospiro di indifferenza.
Nard iniziò a spiegare con aria di confidenza ed entusiasmo: “Vedi, vecchio uomo, presto tu ed io e tutti noi saremo uomini liberi anziché schiavi. Pensaci da solo: c’è una sola guardia ogni dieci di noi. Ed anche una sola guardia ogni quindici donne schiave che cucinano e tessono. Al momento opportuno, se noi ci gettiamo sulle guardie in un colpo solo possiamo sopraffarle. Non fa differenza il fatto che le guardie sono armate e noi in catene. Noi le superiamo in numero dieci a uno e le nostre catene possono essere usate come armi, per proteggerci dai colpi delle loro spade. Le disarmeremo, le
legheremo e gli sequestreremo le armi.”
“Fermati un attimo giovane uomo”, sospirò nuovamente Crazio, e aggiunse con mascherata
indifferenza: “Il tuo piano non è del tutto pensato. Puoi sicuramente disarmare le guardie che ci
controllano, ma non passerà molto tempo prima che il governante ne manderà in sostituzione - un
intero esercito forse - e ucciderà i ribelli”. “ Ho pensato anche a quello, vecchio uomo. Dobbiamo scegliere un momento in cui l’esercito non c’è.
E quel momento sta arrivando. Abbiamo tutti notato che l’esercito si sta preparando per fare una
campagna. Stanno preparando le provviste per una marcia di tre mesi. Ciò significa che in tre mesi
l’esercito arriverà a destinazione e sarà impegnato con il nemico nel combattimento. Sarà indebolito
durante la battaglia, ma uscirà vittorioso e porterà molti nuovi schiavi. Stanno già costruendo nuove
baracche dove tenerli. Dobbiamo iniziare a disarmare le guardie non appena l’esercito del nostro
governante entra in battaglia. I messaggeri avranno bisogno di almeno un mese prima di richiamarlo a casa, e da quel momento ci vorranno almeno tre mesi perché l’esercito indebolito faccia ritorno.
Non appena arriverà il quarto mese saremo pronti per fronteggiarlo. Abbiamo almeno tanti combattenti quanti sono nell’esercito. Gli schiavi che loro avranno catturato vorranno unirsi a noi non appena vedranno cosa succederà. Ho pensato tutto in anticipo, vecchio uomo”.
“Lo vedo, giovane compagno, con il tuo piano puoi disarmare le guardie e sconfiggere l’esercito”,
rispose il sacerdote, sembrando già più allegro, e aggiunse: “ Ma cosa ne sarà degli schiavi da quel
momento in poi, e cosa succederà ai governanti, alle guardie ed ai soldati”?
“Non ci ho pensato molto a quello. Solo una cosa mi viene in mente: chiunque sia stato uno schiavo in passato sarà un uomo libero. Chiunque non è uno schiavo oggi sarà uno schiavo domani”, rispose Nard esitando, come se stesse pensando sottovoce.
“ E cosa ne sarà dei sacerdoti? Dimmi, giovane uomo, dopo la vostra vittoria, saranno schiavi?” “I sacerdoti? Non ci ho pensato ancora. Ma ci sto pensando ora: i sacerdoti possono stare dove sono.
Gli schiavi e i governanti li ascoltano. Qualche volta sono difficili da capire, ma ho l’impressione che
siano innocui. Lasciamo che continuino a dire le loro storie riguardo agli dei, ma noi sappiamo bene
come vivere le nostre vite e divertirci.” “Divertirsi - fantastico,” rispose il sacerdote, e finse di non poter aspettare di dormire.
Ma quella notte non ci fu sonno per Crazio. Solo contemplazione. Di sicuro, pensò, la cosa più semplice da fare sarebbe quella di riportare ciò al governatore, e sequestrare questo schiavo - è sicuramente il principale istigatore. Ma questo non risolverebbe il problema. Nuovi leader emergerebbero, nuovi piani sarebbero predisposti e finchè durerà, la più grande minaccia per lo stato sarebbe sempre dall’interno.
Crazio stava fronteggiando la sfida di elaborare un piano per schiavizzare il mondo intero. Aveva capito che non c’era modo di poter raggiungere il suo obiettivo solo tramite la costrizione fisica. Ciò di cui aveva bisogno era esercitare un’influenza psicologica su ogni singolo individuo, su intere nazioni di persone. Doveva guidare il pensiero di ogni singolo individuo verso l’idea che la schiavitù fosse la più grande delle beatitudini. Doveva dar vita ad un programma autosostenuto che disorientasse intere nazioni in spazio, tempo ed idee - specialmente nella loro percezione della realtà.
Il pensiero di Crazio andava sempre più veloce, non era più consapevole del suo corpo o delle catene
che pesavano sulle sue braccia e sulle gambe. Tutto ad un tratto, come un fulmine, un piano venne alla sua mente. Anche se i dettagli dovevano ancora essere definiti, e non poteva spiegarlo a nessun altro, poteva sentirlo esplodere dentro oltre misura. Crazio si sentiva essere l’onnipotente governatore del mondo.
Nella sua cuccetta, in catene, era pieno di orgoglio: l’indomani mattina, quando ci scorteranno fuori
per lavorare, darò il segnale in codice, mi farò portar fuori dal capitano delle guardie e mi farò togliere le catene. Metterò a punto il mio piano, dirò alcune parole ed il mondo inizierà a cambiare. Incredibile!
Solo alcune parole e l’intero pianeta sarà soggetto a me, ai miei pensieri. Dio ha realmente dato
all’Uomo un ineguagliabile potere nell’Universo - il potere del pensiero umano. Da vita a parole che
possono cambiare il corso della storia.
La situazione si volse infatti in modo favorevole. Gli schiavi avevano preparato il loro piano di rivolta. E’logico questo piano, ed è chiaramente in grado di condurli ad un risultato intermedio molto favorevole.
Ma con solo poche parole farò in modo che non solo loro, ma anche i loro discendenti ed i governanti
della Terra saranno schiavi per i millenni a venire.
Nel mattino, al segnale di Crazio, il capitano delle guardie lo liberò dalle catene. Ed il giorno seguente gli altri cinque sacerdoti insieme al faraone furono invitati sulla sua piattaforma di osservazione. Crazio iniziò il suo discorso come segue:
“Ciò che state per sentire non deve essere scritto o trasmesso da nessuno di voi. Non ci sono muri attorni a noi, e le mie parole saranno sentite solo da voi. Ho pensato un modo di rendere tutte le persone della terra schiave del faraone. E’ una cosa che si può fare senza la necessità di un gran numero di truppe nè di guerre estenuanti. Dovrei poterlo fare con poche frasi. Tutto ciò che devo fare è pronunciarle e in soli due giorni vedrete che il mondo inizierà a cambiare.”
“Guardate giù, e vedrete lunghe file di schiavi in catene, ognuno che porta una pietra. Sono osservate
da una moltitudine di soldati. Più schiavi ci sono, meglio è per lo stato - o così abbiamo sempre
pensato. Ma più schiavi ci sono, più noi dobbiamo temere una loro ribellione. E così aumentiamo il
numero delle guardie.”
“Siamo obbligati a nutrire bene i nostri schiavi, altrimenti non riusciranno a fare il loro lavoro. Tuttavia sono ancora pigri e inclini alla ribellione. Guardate quanto lentamente si muovono, ed anche le guardie sono diventate pigre e non si preoccupano di usare le loro fruste nemmeno per colpire gli schiavi più sani. Ma presto si muoveranno più velocemente. Non avranno bisogno di alcuna guardia.
Le guardie stesse saranno rese schiave. Questo può essere fatto come segue:
Prima del tramonto i messaggeri saranno mandati ovunque per proclamare il nuovo decreto del faraone: con l’arrivo del nuovo giorno a tutti gli schiavi sarà garantita la totale libertà. Per ogni pietra portata alla città, ogni uomo libero riceverà una moneta. Le monete potranno essere scambiate per cibo, vestiti, l’abitazione in città o anche per l’intera città. Da qui in avanti siete persone libere”. Dopo che i sacerdoti avevano lasciato penetrare le parole di Crazio, uno di loro, il più anziano, disse: “Sei un demone, Crazio! Il tuo piano diabolico raggiungerà la maggior parte delle nazioni del mondo.”
Possa così io essere un demone, e ciò che ho pensato, possano in futuro le persone chiamarla democrazia.” Al tramonto il decreto fu proclamato agli schiavi. Erano sbalorditi. Alcuni di loro non dormirono la notte, pensavano alla nuova e felice vita che li aspettava.
Il mattino seguente i sacerdoti ed il faraone ancora una volta salirono sulla piattaforma di osservazione in cima alla montagna. Non potevano credere ai loro occhi. Migliaia di schiavi si susseguivano portando uno dopo l’altro le pietre come prima. Grondanti di sudore molti di loro ne portavano due per volta.
Altri con una sola pietra in mano stavano letteralmente correndo, sollevando la polvere. Anche alcune
delle guardie portavano pietre. Queste persone, che ora si consideravano libere - dopo tutto non erano
più in catene - si sforzavano di ottenere più monete possibili, così avrebbero potuto costruire una vita
felice per se stessi.
Crazio rimase al suo posto sulla piattaforma per parecchi mesi, osservando con soddisfazione ciò che
succedeva sotto. La trasformazione fu colossale. Molti degli schiavi si erano organizzati in gruppi ed
avevano costruito dei carrelli. Poi ci ammucchiavano le pietre e li spingevano, coperti di sudore sulla
pelle.
“Inventeranno molte altre cose”, pensò Crazio con soddisfazione. “Sono già iniziati servizi interni -
consegna di cibo e acqua. Molti schiavi hanno iniziato a mangiare strada facendo, per non sprecare
tempo ad andare alla baracche per i pasti, e per non pagare la consegna del cibo con le monete che
hanno guadagnato. Wow! Hanno anche dei dottori che vanno in giro offrendo aiuto alle persone con
necessità fisiche - sempre in cambio di monete. Ed hanno creato da soli i gestori del traffico. Presto
sceglieranno i propri governanti e giudici. Lasciamoli scegliere: dopotutto, si considerano liberi ora,
anche se di fatto non è cambiato nulla - stanno ancora portando le stesse pietre come prima...”
Alessandro