AVVERTENZE

Ogni Assunzione e Presunzione alle Mie parole e' solo Mio. Il mio unico intento e' quello di Comunicare in pace ed onore. Ogni altra interpretazione a quanto qui espresso, e' puramente personale e mai rispecchia le mie pacifiche volontà. Il linguaggio usato e' quello di senso comune, ovvero il volgare. Chiunque usa le qui presenti informazioni, lo fa' sotto la sua totale ed illimitata responsabilità. In nessuno modo e forma l'autore promuove comportamenti che possano mettere a repentaglio la pace, la sicurezza, la salute e la vita.

giovedì 25 febbraio 2016

Cosa significa essere "Normali"?


La gente considera normale tutto ciò che vede riflesso di se stessa nella società che la circonda.

Per la massa conformista delle persone perbene, essere normali significa sostanzialmente vivere come tutti gli altri, mangiare le stesse cose, fare le stesse cose, pensare le stesse cose, infine essere dei fieri patriottici che però non conoscono nulla della loro storia.

La normalità è un orrore, è una piaga sociale che rende irrimediabilmente stupide le persone.

Bisogna avere paura della normalità perché è una trappola che fa a mille pezzi la tua originalità, ti rende estraneo a te stesso, trasformandoti in un’insignificante copia di uno stereotipo che vaga nel mondo senza scopo alcuno.

Diventare normali è una condizione terribile, perché nel momento in cui decidi di essere una persona normale, perdi la tua anima, diventi un miserabile contenitore vuoto che non ha più il potere di scegliere. 

Definirsi persone normali è ancora peggio, perché equivale a sopprimere volontariamente le proprie potenzialità in quanto essere umano, come un cerchio che aspira a diventare una banale linea retta.

Tutte queste persone che tornano dal lavoro e abbandonano il proprio corpo sul divano e consegnano la propria mente alla tv, che mangiano alla stessa ora e si addormentano alla stessa ora, che acquistano prodotti surgelati per non perdere tempo, senza accorgersi che è una vita che continuano a perdere tutto il loro tempo.

Che scopo ha tutto questo? Che senso ha la vita quando si segue ossessivamente lo stesso copione ogni giorno?  Quando vivi i tuoi giorni come un disco incantato?

Tutte queste persone che si atteggiano da persone per bene e continuano a considerarsi normali, e non si vogliono rendere conto che ogni loro piccola scelta è stata condizionata, che credono in una religione solo perché ci credevano anche i loro genitori, che considerano un cibo sano e buono perché glielo ha detto la pubblicità, che considerano lo straniero un nemico, solo perché glielo ha detto la società, che passano quel poco tempo libero che gli è concesso all’interno di negozi, bar e supermercati, prova del fatto che il sistema li ha ormai così irrimediabilmente condizionati, da far preferir loro le strutture artificiali alla natura, che ricordo, è totalmente gratuita, ma la natura si sa, per l’uomo moderno è considerata ancora selvaggia e priva di valore, l’uomo cammina su di essa e subito pensa:

“Ho! Che bel parcheggio ci starebbe qua!”.

Pochi sono coloro che ancora hanno a cuore la natura e quei pochi sono considerati dalla società, persone diverse, strambe o matte.

La domenica tutta questa gente perbene si riversa in Chiesa per togliersi di dosso i propri peccati e i propri sensi di colpa, allo stesso modo di quando portano la loro macchina all’auto lavaggio, credono basti questo per pulirsi la coscienza, due preghiere e un po’ d’acqua santa, mentre fuori il mondo piange per i loro peccati.

La follia più grande oggi è l’aspirazione degli individui a diventare persone normali che seguono le stesse mode, che indossano le stesse cose, che s’incontrano negli stessi locali, che quando incontrano per strada una donna in minigonna, subito pensano “che puttana”, poi una volta a casa si ammazzano di seghe davanti ad un filmino porno.

Le persone normali si distinguono dagli individui pensanti perché si conformano al pensiero dominante, se domani un cretino deciderà che indossare le mutande sopra ai pantaloni fa figo, tutti ne seguiranno immediatamente l’esempio, se ne deduce che le persone normali sono un branco di pecore assetate d’obbedienza e di conformismo, ignorano la ribellione e qualsiasi pensiero che vada oltre la banalità dominante, alle persone normali risulta impensabile cambiare le cose, per loro va tutto bene cosi com’è. 

Un lavoro, uno stipendio, uno sputo di libertà l’anno da passare in una spiaggia sovraffollata al mare, una bandiera che faccia sentire loro parte di un recinto immaginario tracciato su una carta geografica, un po’ d’alcool e po’ di tabacco per tenere a freno i loro nervi nei momenti di maggior tensione e loro sono felici, questa è ciò che le persone comuni chiamano vita.

La lotta alla corruzione, la tutela del proprio pianeta, lo spreco del cibo, l’inquinamento, sono tutti argomenti che annoiano lo schiavo moderno, che non chiede altro di essere lasciato in pace, a lui basta cambiare cellulare una volta l’anno per restare al passo con i suoi coetanei, permettersi vestiti firmati e uscire a divertirsi nel weekend, povero scemo, lo schiavo moderno non si rende conto che se contribuisse a realizzare una società migliore non avrebbe più bisogno dei weekend per evadere, perché tutto sarebbe più facile.

Vivere una vita normale è una sconfitta totale e presto o tardi tutti se ne accorgeranno 

Dobbiamo renderci conto che noi consideriamo normale questo stile di vita semplicemente perché siamo nati all'interno di questo concetto sociale, che non ha mai saputo, né voluto proporci alternativa migliore.



Fonte: http://laschiavitudellavoro.blogspot.it/2016/02/cosa-significa-essere-normali.html

Alessandro

Terra Piatta: Grandi Spiegazioni



Alessandro

La sofferenza dell Piante.


Alessandro

mercoledì 24 febbraio 2016

Pensiero: Della Sicurezza

Alessandro

Dell'Amicizia



Alessandro

Il Bicchiere



Alessandro

Foreste In Crescita?

Nel nostro Paese le foreste coprono un terzo del territorio e continuano ad avanzare. Il bosco ha preso il posto di pascoli e coltivazioni. E sta diventando sempre più impenetrabile, indifendibile in caso di incendi



In Italia, di anno in anno, le foreste avanzano inesorabili. La superficie boscata nel nostro Paese ha raggiunto i 10,9 milioni di ettari. Rispetto al 2005 è il 5,8% in più. In trent'anni i boschi hanno conquistato oltre 3 milioni di ettari. E oggi coprono un terzo della nostra penisola.

I numeri, recentemente pubblicati dal Crea nell'Annuario dell'agricoltura italiana 2014, sono questi. Ma come dobbiamo interpretarli? L'inarrestabile avanzata del bosco è una bella notizia? In realtà, no. Perché è il risultato dell'abbandono, non di politiche mirate. Nel rapporto si legge come, in media, solo 1.700 ettari l'anno siano dovuti a interventi di rimboschimento. Il bosco si impossessa di prati d'altura dove le vacche non vengono più portate a pascolare, di terreni incolti da decenni. Sono praticamente scomparse le malghe. Lo stesso destino è toccato ai terrazzamenti con i quali gli agricoltori di montagna sfruttavano ogni singolo metro quadrato a loro disposizione. Quella tendenza che Mario Rigoni Stern raccontava già 30 anni fa nei suoi racconti sull'altopiano di Asiago, si è poi estesa su scala nazionale.

La storia recente delle foreste italiane è legata a doppio filo all'abbandono delle aree rurali. È una storia che comincia più o meno negli anni Cinquanta e ha un finale imprevedibile. Perché è un'evoluzione ecologica mai vista prima d'ora nella storia del nostro paese dopo l'anno Mille.

Da “giardino” a giungla

Negli anni Trenta in Italia si stimava vi fossero circa 4 milioni di ettari di bosco (Agnoletti M., The Italian Historical Rural Landscape), contro gli 11 di oggi. In parte, questo era dovuto ad un utilizzo intensivo delle nostre foreste e alle devastazioni ambientali della Prima guerra mondiale. Situazione analoga si è ripetuta nel secondo Dopoguerra quando furono promulgate le prime, e uniche, leggi volte proprio ad un rimboschimento massiccio del territorio italiano. Tuttavia non è solo una questione di quantità, ma di qualità del bosco.

“Negli ultimi decenni oltre ad aumentare la superficie coperta dal bosco è aumentata soprattutto la densità forestale. Significa che c'è molto meno spazio tra un albero e l'altro e un sottobosco che, sempre più spesso, è ormai impenetrabile” spiega Raoul Romano, ricercatore del Centro di politiche e bioeconomia del Crea ed esperto di politiche ed economia forestale, co-autore del capitolo dell'Annuario dedicato ai boschi insieme a Maria Rosaria Pupo D'Andrea.

“Per capire quello che è successo bisogna anche ricordare che all'inizio degli anni Sessanta, il 50% delle cucine italiane era ancora alimentato a legna. Il gas ha raggiunto la totalità delle abitazioni solo nei primi anni 70”. Il legno è stato per millenni una materia prima fondamentale e l’unica risorsa energetica. Per cucinare e per riscaldare gli ambienti. “Ecco perché allora era quasi impossibile trovare un ramo secco in un bosco. Perché le foreste venivano coltivate, gestite e controllate. Tanto che Victor Hugo e i grandi viaggiatori dell‘800 paragonavano i nostri boschi a dei giardini” continua Romano. Oggi, parlare di “gestione del bosco” è impopolare, ma la crescita incontrollata fa male al bosco stesso.

“Una foresta impenetrabile è quasi indifendibile in caso di incendio o di attacchi parassitari. Abbiamo avuto molti esempi a riguardo negli ultimi anni: dalla Sardegna alla Calabria alla Puglia. Spesso è impossibile entrare nel bosco per spegnere le fiamme e l'unica alternativa è quella dei Canadair, ma a volte neanche questi bastano ”. Anche le bufere di vento fanno strage di alberi, nonostante sia quasi impossibile trovare qualche notizia a riguardo sui media nazionali. Centinaia di ettari di bosco cancellati da un devastante effetto domino, in cui un albero spezzato dal vento abbatte quello adiacente, e così via. Anche in questo caso, non è colpa della natura ma dell'uomo.

Gli errori del passato

Già, perché nel secondo Dopoguerra in Italia una politica di rimboschimento è stata fatta. Ma è stata fatta male, senza tener conto della biodiversità tra una zona e l'altra del nostro Paese né alcun riguardo per le specie autoctone. “Per rimboschire si utilizzarono soprattutto eucalipto e pino nero, anche in zone dove non erano mai cresciuti prima d'allora”, continua Romano, che è anche consulente per il ministero delle Politiche agricole e forestali (Mipaaf).

Tuttavia, nel passato qualcosa l'abbiamo azzeccata. Già dagli anni Trenta, con la legge Serpieri, il prelievo di legname - soprattutto in montagna - doveva e deve ancora oggi rispettare il cosiddetto “vincolo idrogeologico”. Che non significa vietare il taglio del bosco ma gestire in modo oculato il patrimonio forestale. Per evitare il dissesto idrogeologico e le inondazioni a valle, ma soprattutto  per controllare la crescita dei boschi. Un principio che in un certo senso è stato poi elevato a sistema negli anni Novanta in tutta Europa con la Gestione forestale sostenibile. Ma che nel frattempo noi abbiamo dimenticato. “Gestire un bosco non significa solamente tagliare alberi, la gestione forestale è un processo colturale e culturale che accompagna lo sviluppo di una risorsa valorizzandone i beni economici e i servizi ecosistemici che questa può fornire all’uomo, oggi come in futuro” puntualizza Romano.

Gli intoccabili

Nell'Annuario del Crea c'è un altro dato che, a prima vista, potrebbe sembrare incoraggiante. Ogni anno si utilizza (cioè si taglia) solo il 30% della nuova superficie boschiva. Significa che, ogni anno, per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano 30. Le foreste italiane, insomma, crescono a un ritmo del 70% l'anno. Mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa e in Paesi come l'Austria si supera il 90%.

Il risultato – come si legge nel report del Crea - è che poi l'Italia importa più l'80% della legna dall'estero. E pensare che la legna ci servirebbe eccome: “La nostra industria del legno è la prima in Europa con un fatturato superiore persino all'Ikea. Le cucine e gli arredamenti made in Italy sono apprezzati in tutto il mondo. Tutto questo, con legna che arriva da altri Paesi” spiega il ricercatore del Crea. A rifornirci di biomassa sono soprattutto i nostri vicini: Francia, Slovenia, Austria, Croazia e Svizzera.

Anche i (tanti) impianti a biomasse disseminati per il nostro Paese, sarebbero fermi senza la materia prima d'oltreconfine. L'Italia ha nei suoi boschi un potenziale economico inutilizzato. E anche se il prelievo di legna raddoppiasse rispetto a oggi, le nostre foreste continuerebbero ad aumentare di anno in anno.

In tutto questo, sembra quasi incredibile che stia aumentando anche il cemento. Nel 2013 (dati Ispra) si è registrato il record di consumo di suolo in Italia: +6,9% (negli anni '50 era al 2,7%). Siamo stretti in una morsa. Cemento da una parte, bosco selvaggio dall'altra. A perderci è la qualità del suolo, la pastorizia e l'agricoltura.

fonte: http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2016/02/22/news/la_crescita_incontrollata_dei_boschi_italiani-2982165/?ref=fbng

Alessandro

Video Da Giancarlo


Alessandro

martedì 23 febbraio 2016

Terra Piatta: MA i satelliti DOVE SONO?










Alessandro

Ma la smettete con queste Balle Spaziali?


Links: http://video.repubblica.it/divertimento/scherzo-sulla-iss-c-e-uno-scimmione-a-bordo/229756/229106#commenti

Alessandro

Ricordiamo...



Alessandro

Se la Gente smettesse di lavorare, come passerebbe il tempo libero??

"Se macchine intelligenti saranno presto capaci di fare praticamente qualsiasi cosa che fanno gli esseri umani, cosa faremo noi umani?"

La risposta, riporta il Financial Times, non è necessariamente godere del tempo libero e lasciare che le macchine sudino al nostro posto. Il lavoro è essenziale al benessere psicofisico dell'uomo".

Sono considerazioni di un professore, tale Moshe Vardi. In discorsi di questo genere è sempre opportuno definire precisamente cosa si intende per "lavoro", e qui, trattandosi di lavoro sostituibile da macchine, mi sembra chiaro che si parli di "lavoro" nella sua squisita accezione di "fatica" e/o "alienazione".

Mi viene da pensare che questi "professori", sostenitori del motto "il lavoro nobilita l'uomo" (e da lì all'"Arbeit macht frei" è un attimo..), di base sono degli sfaccendati nella vita pratica e VERA, nel senso che sono tutt'uno con la tastiera di un computer ma probabilmente uno straccio per lavar per terra non lo toccano mai; perché se fossero un pò più a contatto con la realtà quotidiana si renderebbero conto che già solo occupandosi DEGNAMENTE del proprio corpo e della propria casa (nostro corpo più grande..) la giornata vola in un secondo (se è questo il problema..)!

Per non parlare del piacere del riposo. Anzi, per non parlare del godersi un assennato e sacrosanto ozio, intendo un ozio sano, un ozio fatto di tempo passato a guardare il cielo, il mare, gli alberi, ...non la televisione. L'ozio è padre dei vizi per gli egoici (che nella quiete rischiano un disastroso incontro con se stessi) ma per i giusti significa: silenzio, meditazione, introspezione, ispirazione.


E del contatto/scambio profondo e sincero con altri esseri viventi?  Evidentemente non sanno neppure di cosa si tratti... E riguardo l'espressione di sé? Non potranno mai capire il senso di andare a farsi una corsa di un'ora, al di fuori di una gara e senza nessuno che li applauda, ma solamente per SENTIRSI bene (il problema di base di questi individui è che non "sentono").

 Per questi soggetti non avrebbe senso dipingere un quadro se poi non venisse quotato, non li sentiremo mai cantare sotto la doccia.. Non riescono a concepire un'attività che sia autoreferenziata (fine a se stessa); sono terrorizzati dal "perdere" il lavoro perchè lo concepiscono come principale nutrimento dell'ego, ovvero come territorio in cui ricevere visibilità e riconoscimento (successivamente tradotti in denaro), elementi vitali per i soggetti non-vivi.

Questa è assoluta aridità. Questa è morte interiore.

La felicità è fare una cosa fine a se stessa; l'amore è il massimo della felicità, e l'amore (vero..) è fine a se stesso, è un cerchio, non una linea che inizia in un punto per finire da qualche altra parte.
Probabilmente se il futuro dipendesse dagli animi aridi, in pieno delirio luddista, concepirebbero "macchine intelligenti" di intelligenza moderata allo scopo di non automatizzare tutto il possibile ma lasciare qualche "salvifico" fardello lavorativo all'umanità.

Veramente geniale...

C'è da rallegrarsi che l'istinto alla vita sia di gran lunga più potente della psicopatia di questi soggetti e che, nonostante queste zavorre esistenziali in forma umana, l'uomo continuerà ad evolvere non solo tecnologicamente ma anche e soprattutto coscienzialmente.

E riguardo l'espressione di sé?

Non potranno mai capire il senso di andare a farsi una corsa di un'ora, al di fuori di una gara e senza nessuno che li applauda, ma solamente per SENTIRSI bene (il problema di base di questi individui è che non "sentono").

 Per questi soggetti non avrebbe senso dipingere un quadro se poi non venisse quotato, non li sentiremo mai cantare sotto la doccia.. Non riescono a concepire un'attività che sia autoreferenziata (fine a se stessa); sono terrorizzati dal "perdere" il lavoro perchè lo concepiscono come principale nutrimento dell'ego, ovvero come territorio in cui ricevere visibilità e riconoscimento (successivamente tradotti in denaro), elementi vitali per i soggetti non-vivi.


Fonte: http://laschiavitudellavoro.blogspot.it/2016/02/se-la-gente-smettesse-di-lavorare-come.html

Alessandro

Terra piatta: Dalla Terra Pontina












Alessandro

International Space Station: Costruiamola



Alessandro

Accesso agli atti pubblici

IL FREEDOM of information act o FOIA, continua a slittare. La legge che dovrebbe portarci tra i paesi più avanzati al mondo per l'accesso trasparente alle decisioni pubbliche dovrà aspettare ancora un po'. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva promesso la legge due anni fa nel suo discorso di insediamento il 24 febbraio 2014 e per questo il Ministro Marianna Madia ne aveva inserito il progetto nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il suo nome. La Riforma Madia all'art. 7 della legge 124/2015 delega infatti il Governo ad adottare un decreto legislativo che riconosca per sempre il diritto di accesso dei cittadini agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l'effettiva cittadinanza digitale.

Dalle notizie che giungono dal Governo però, i decreti attuativi della riforma del Codice dell'amministrazione digitale potrebbero non andare al Consiglio dei ministri prossimo ma al successivo. Secondo gli scettici i motivi sarebbero di opportunità politica e di merito, nonostante la ministra competente, Marianna Madia lo avesse promesso al Digital Day di Venaria del novembre scorso.

Come ha detto a Repubblica. it l'avvocato Fulvio Sarzana: "Pare che nel decreto ci siano molte eccezioni che di fatto renderanno discrezionale l'accesso per il cittadino, vanificando l'essenza stessa del diritto all'informazione. Inoltre, la possibile scelta di collocare il FOIA all'interno del decreto trasparenza, che ha già previsto dal 2012 un accesso civico mai partito, e non all'interno della legge sul procedimento (che regola il diritto di accesso), determinerà una possibile ineffettività dello stesso accesso".

Ma per il Governo sarebbe solo una questione di tempi. Nel prossimo consiglio utile saranno varati ben  10 decreti. E la ministra ha ribadito proprio oggi durante il convegno con Tim Berners Lee, l'inventore del www, che grazie a leggi come il Freedom of information act, "Combattiamo corruzione, sprechi ma soprattutto riavviciniamo Stato e cittadini".

Nel pacchetto non c'è solo il cosiddetto Foia. Nella riforma dell'amministrazione digitale ci sono anche la cornice normativa dello Spid (identità digitale) e il progetto Italia Login. Ma il decreto sul Foia, il cui testo è ormai chiuso, dovrebbe dare all'Italia una vera e propria legge sulla trasparenza degli atti pubblici, quello che molti paesi hanno da 40 anni e il cui "capostite" fu emanato la prima volta negli Stati Uniti nel 1966  col nome appunto di Freedom of Information Act.

In Italia più volte si è parlato di leggi usando in maniera impropria questa dicitura. Ad esempio, Il diritto di accesso, previsto dalla L.241/1990 permette l'accesso solo con obbligo di motivazione, e non considera tutti gli atti pubblici accessibili, con obblighi temporali di risposta al pubblico troppo lunghi. In Spagna una legge simile approvata dal Parlamento spagnolo (il cosiddetto Derecho de Saber) è naufragata perché le modalità di presentazione delle istanze erano state rese particolarmente complesse. Questo il motivo per cui un ampio ventaglio di associazioni e in particolare quelle sotto il cappello di Foia4Italy hanno ribadito che sono almeno 10 i punti irrinunciabili per una buona legge. Intanto chiedono un diritto di accesso esteso a chiunque senza obbligo di motivazione e per tutti i documenti, gli atti, le informazioni e i dati detenuti o in possesso di un soggetto pubblico, comprese le società partecipate e i gestori di servizi pubblici. L'accesso secondo le associazioni interessate deve essere garantito entro 30 giorni con una definizione chiara delle eccezioni e con costi contenuti e limitati alle spese di riproduzione e di spedizione.

Ma un elemento fortemente innovativo che Foia4Italy ha chiesto di inserire nel decreto è che, dopo tre distinte richieste di accesso, l'amministrazione sia tenuta a pubblicare l'informazione nella sezione "Amministrazione Trasparente" e in caso di accesso negato, di rendere i rimedi giudiziari e stragiudiziali veloci e non onerosi per i richiedenti. Con la previsione di sanzioni adeguate in caso di accesso illegittimamente negato.

Il testo da portare in Consiglio dei ministri non terrebbe conto di tutti questi suggerimenti e pertanto le stesse associazioni che aspettano la legge entro la fine di febbraio sollevano i primi dubbi sulla sua adeguatezza. Per Guido Romeo dell'associazione Diritto di Sapere, "sulla qualità della legge si misurerà la vera volontà di questo governo di renderci tutti un po' meno sudditi e un po' più cittadini".


Fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2016/01/14/news/foia_italia-131259198/
Fonte: http://www.leggioggi.it/2016/01/29/riforma-pa-accesso-agli-atti-cambia-per-cittadino/

Alessandro

Relax...


Alessandro

domenica 21 febbraio 2016

Pensiero: Possibilità


Alessandro

Terra Piatta: Gravità



Alessandro

Terra Piatta: Riposa in Pace




Alessandro

Pensiero: Terra Piatta


Alessandro

Il Nome: Abbiamo Concluso?

Abbiamo concluso il grosso della ricerca della verità? Io direi di si, oramai il re e' nudo ed la Verità su di esso c'e' tutta.

1) Il NOME LEGALE, come tutti i documenti, proprietà ed altro, legati ad esso, sono di proprietà di chi lo ha emesso.

2) Il NOME LEGALE, viene registrato, con l'ATTO GIURIDICO DI NASCITA.

3) Con il BATTESIMO, nasce un'altra ENTITA' GIURIDICA: quella Eclesiastica.

4) Usare il NOME LEGALE, senza un formale permesso, e' frode, e rende chi lo usa, in perpetuo disonore e contro legge.

5) Nel SISTEMA LEGALE, nessun rimedio definitivo e' possibile, un po' come nei casinò: ogni tanto fai vincere l'allocco di turno. Prima o poi, si salta sulla mina giusta: e' solo questione di tempo.

6) L'UNICO metodo per smettere di MANTENERE BABILONIA in piedi, e' smettere di usare qualsiasi NOME LEGALE e DOCUMENTI ad esso collegati. 

Cosa aggiungere alla ricerca oltre alle sfumature? Il percorso e' ben chiaro, e definito: 


Alessandro

venerdì 19 febbraio 2016

Pensiero: A Tutti quello che...


Alessandro

Terra Piatta: Gran Video



Alessandro

E' Vera Confusione?

 Milano, il giudice si confonde e condanna il pm: guida in stato di ebbrezza, ma non ha neanche l'auto

Otto mesi di reclusione e a 2.800 euro di ammenda, dopo lo scambio di nomi. Fissata l'udienza riparatoria

A firmare il dispositivo, emesso il 20 gennaio, è stato il giudice Maria Pia Bianchi della V sezione penale del tribunale. Il sostituto procuratore Renna era titolare di un fascicolo a carico di un uomo accusato di avere guidato ubriaco il 15 aprile 2012. E poi condannato a otto mesi di reclusione e a 2.800 euro di ammenda, per guida in stato di ebbrezza e altri reati commessi al momento dei controlli da parte delle forze dell'ordine. Il condannato, come il pm, di nome fa Angelo. Questo potrebbe spiegare la confusione del giudice, nonostante fra i cognomi non vi sia alcuna assonanza.

Quando al tribunale fu segnalato l'errore, il giudice ha dovuto fissare la camera di consiglio per rettificare la svista, condannare l'imputato ed evitare così ogni grana futura al pubblico ministero, che in città si sposta con mezzi pubblici e bicicletta. L'udienza straordinaria si è tenuta nel pomeriggio di mercoledì scorso. "Con ogni evidenza si è trattato di un piccolo errore materiale, come ne possono capitare nei procedimenti penali - ha detto il giudice Maria Pia Bianchi, una volta uscita dall'aula - il processo si è svolto in modo del tutto regolare, sempre alla presenza dell'imputato e dei suoi legali. E una volta realizzato di avere sbagliato, abbiamo subito posto rimedio".

A discolpa del giudice Bianchi c'è da dire che in aula il pm Renna non era presente, quindi non aveva modo di associare al nome un volto. A sostenere l'accusa in aula è stata infatti Mariangela Caputo, vice procuratore onorario. "Escludo che il pubblico ministero possa avere avuto un danno da questa vicenda", dice Bianchi. Non è dato sapere se il legale del condannato (quello vero, non il pm Renna) cercherà di fare valere l'errore materiale del tribunale a vantaggio del proprio cliente, in vista di un probabile ricorso in appello.

Fonte:
http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/milano/cronaca/2016/02/19/news/il_giudice_si_confonde_e_condanna_il_pm_al_posto_dell_imputato-133727394/?ref=fbplmi

Alessandro

Pensiero: Le Parole


Alessandro

Pensiero: Vegani ed Onnivori


Alessandro

giovedì 18 febbraio 2016

Scie Chimiche dal 1936??

Le chemtrails o aerosol, sono da tempo usate x sterminare popolazioni. Checché se ne dica, qualcuno molto in alti, ma impotente, denunciò il loro uso nel 1936, precisamente il 30 giugno, alla Società delle Nazioni Unite a Ginevra. Le chiama in altro modo ma le descrive molto bene: <irroratori speciali sono stati installati a bordo degli aeromobili in modo da poter vaporizzare una fine, mortale pioggia. > Parole dette dall'imperatore Haile Selassie contro l'Italia che già allora si è macchiata di quest ignobile genicidio

Alessandro

Immaginazione scientifica?

Certo che ce ne vuole dal dire che questa "foto" reale del DNA, ci da' la seconda...



Alessandro

: Dove e' la Differenza?




Alessandro

I Monti Sacri



EVEREST, NEPAL-CINA. Il Tetto del mondo è anche un luogo dalla forte carica spirituale. Ai suoi piedi si trova il monastero buddista tibetano di Rongbuk, il più alto al mondo a 4.980 metri di altezza, da più di 100 anni meta di pellegrinaggio per gli sherpa. La tradizione vuole che gli sherpa, prima di iniziare la salita al campo base del monte, si rechino qui per fare offerte votive a Chomolungma ("Madre dell'Universo" in lingua tibetana) dea della montagna, affinché chiuda un occhio e li lasci salire



MAUNA KEA, HAWAII. Tutti e cinque i vulcani dell'Isola grande di Hawaii sono considerati sacri, ma il Mauna Kea (sede di importanti osservatori astronomici come il Subaru Telescope, e i telescopi Keck I e II) è il più sacro del gruppo in virtù della sua altezza. Il vulcano si erge per 4.205 m di altezza, ma se lo si misura dalla base, che si trova a quasi 5.761 metri sotto il livello del mare, si arriva all'altezza record di 9.966 m: ben più dell'Everest (8.848 m).



MACHU PICCHU, PERÙ. Il sito archeologico più visitato del Perù, una delle sette meraviglie del mondo moderno, si trova abbarbicato su un altopiano terrazzato nella valle dell'Urubamba, un fiume considerato sacro dagli Inca, che circonda quasi completamente l'altura. L'intera città "perduta" era circondata da montagne costellate di altari sacri, e votata al culto del Sole. Diversi studi hanno dimostrato che molti edifici sono stati costruiti prevedendo un allineamento con l'azimut solare durante il solstizio, con criteri tutto tranne che casuali.



ULURU, AUSTRALIA. Per gli aborigeni Anangu che da millenni vivono intorno all'imponente formazione di arenaria dell'Outback australiano, questa montagna è sacra, e rivela la sua vera essenza soltanto alle popolazioni che la venerano (non certo ai turisti che si affollano intorno ad essa). Chiunque provi a sottrarne anche solo un sasso scatena su di sè una maledizione. Più volte gli aborigeni hanno chiesto che si vieti ai turisti di scalare il massiccio, ma il governo australiano ha ottenuto dagli Anangu un temporaneo permesso per gli scalatori, in ragione della popolarità di questa metà tra i turisti di tutto il mondo



MONTE SHASTA, CALIFORNIA. Per la tribù di nativi americani dei Klamath, questo vulcano quasi sempre ricoperto di neve sarebbe la casa di Skell, la divinità del "mondo superiore", che un tempo avrebbe ingaggiato una lotta con Llao, spirito del mondo inferiore abitante nel vicino Monte Mazama. Tra i due si scatenò una battaglia a suon di eruzioni vulcaniche, terminata con la vittoria di Skell. La casa di Llao sarebbe invece collassata dando origine al Crater Lake, nell'Oregon.



MONTE SINAI, EGITTO. Secondo l'Antico Testamento, su questo monte Mosè avrebbe ricevuto da Dio le Tavole della Legge con i Dieci Comandamenti. Dio si sarebbe manifestato come un roveto ardente che non smetteva mai di bruciare. Nella foto il villaggio di Santa Caterina, che si dice sia sede del più antico monastero al mondo abitato senza interruzioni.



MONTE KAILASH, TIBET. Questo monte è considerato sacro dai fedeli di quattro diverse religioni: induismo, buddismo tibetano, giainismo e Bön (un'antica religione di Tibet e Nepal). Gli induisti lo credono sede di Shiva, seduto sulla sua cima in uno stato di eterna meditazione. Tibetani e indù ritengono di doversi recare in pellegrinaggio su di esso almeno una volta nella vita.



VESUVIO, ITALIA. In antichità lo si riteneva consacrato all'eroe e semidio Ercole, figlio di Giove e Alcmena, regina di Tebe, nonché espressione della potenza del re degli dei.



ÁHKKÁ, SVEZIA. Il complesso di 12 cime nello Stora Sjöfallet National Park è venerato da una popolazione indigena della Lapponia, i Sami. Il nome Áhkká significa "vecchia donna" e questo massiccio viene spesso soprannominato dai locali "Regina della Lapponia"



BLACK HILLS, SUD DAKOTA. Sia i Sioux che i Cheyenne ritengono questo luogo centro sacro del loro mondo. Il nome di queste alture deriva dalla colorazione scura che assumono da una certa distanza, a causa della vegetazione che le ricopre.



MONTE OLIMPO, GRECIA. Con la sua cima quasi perennemente avvolta dalle nubi, la più alta montagna della Grecia (2.917 m di altezza) era considerata dimora degli dei. Secondo Omero l'Olimpo non era soggetto agli eventi atmosferici: non vi pioveva e non vi nevicava, e la sua cima era avvolta costantemente da un etereo bagliore candido



MONTE ARARAT, TURCHIA. In base alla tradizione giudaico-cristiana, è il luogo in cui l'Arca di Noè approdò dopo il Diluvio Universale, trovando finalmente una terra in cui fermarsi. Il monte - un vulcano dormiente - si trova al confine con l'Armenia (qui lo vediamo dalla prospettiva armena). In lingua armena il suo nome significa "Creazione di Dio". In lingua turca, "Montagna del Dolore" (Agri Dagi).



MONTE FUJI, GIAPPONE. Il monte sacro per eccellenza della cultura giapponese (insieme ad altre due vette: i monti Tateyama e Hakusan), è al centro di un culto che risale a prima del periodo Heian (794–1185 d.C.). Venerato e temuto in quanto vulcano, e considerato sede di diverse divinità da Shintoisti e Buddisti, è ancora oggi meta di pellegrinaggio. Il suo proverbiale isolamento (è molto difficile vederne la cima, se non nelle giornate completamente limpide) viene fatto risalire alla vendetta del dio Miogi-no-Mikoto, che non avendo trovato ospitalità presso di esso si vendicò dell'offesa subita, costringendolo ad essere sempre ricoperto di neve e poco visibile.



MONTE ARUNACHALA, INDIA. Secondo la tradizione questa montagna sacra nel sud dell'India sia sarebbe formata da una colonna di luce del dio Shiva, che stava tentando di mettere fine a un litigio tra Brahma e Vishnu su chi fosse il più potente. Questo luogo è venerato in particolare dalla corrente induista del saivismo.



MONTE TEIDE, ISOLE CANARIE. Secondo i Guanci, primi abitanti delle isole Canarie, in questo vulcano era intrappolato il malvagio dio Guayota, che riuscì a rapire e a intrappolare nella montagna Magec, dio del Sole e della Luce. Achamán, il dio Supremo, riuscì a liberare Magec chiudendo il demonio nel vulcano.

Fonte: http://www.focus.it/ambiente/natura/15-monti-sacri-su-cui-meditare?gimg=57350&gpath=#img57350

Alessandro

Terra Piatta: Scommessa




Alessandro

Dalla Rete: Valutiamo i Neonati!




Alessandro

mercoledì 17 febbraio 2016

La Musica di Fibonacci


Alessandro

Citazione: Delle Leggi..

"...Oriana Fallaci, nel suo libro "Oriana Fallaci intervista a sé stessa. L'apocalisse" si scagliava contro le adozioni gay: "La verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura"..."

Alessandro

Pensiero: Il Nome Legale

"...Dato che lo stato e le sue emanazioni sono senza capacità di agire, si evince che qualcuno ha registrato il NOME LEGALE, quindi, proprietà intellettuale. Chi e' il proprietario?..."

Alessandro

Pensiero: Degli Dei


Alessandro

Il Nome: Queste Sono palle.



Alessandro

Ancora Bufale dalla Nasa?

Mio Dio... I pannelli solari più evoluti oggi, durano venti anni circa, ma questa sonda dove ha preso l'energia? Come e' riuscita a passare la Fascia di Van Allen? Con tutta quella spazzatura spaziale, e gli asteroidi, come ha fatto a rimanere intera??

La sonda spaziale Voyager 1 sta viaggiando a oltre 20 miliardi di chilometri dal Sole. Un'impresa che non ha precedenti e che può ancora farci avere informazioni inedite per ampliare la nostra comprensione dell'universo.

La sonda spaziale Voyager 1 è andata "là dove l'uomo non è mai giunto prima": si trova a più di 20 miliardi di chilometri dal nostro Sole. Per chi non lo ricordasse, parliamo della sonda spaziale che fu lanciata il 5 settembre 1977 da Cape Canaveral e che il 25 agosto 2012 uscì ufficialmente dal nostro Sistema Solare. Da allora viaggia nello spazio interstellare.

John Grunsfeld, amministratore associato della NASA per la scienza, definì questo traguardo "una delle conquiste tecnologiche più significative negli annali della storia della scienza"; lo è ancora adesso, ma a quella pietra miliare se ne aggiunge un'altra, ossia il fatto che nessun veicolo spaziale finora ha raggiunto una distanza così ampia dal Sole.


Il dato arriva dalla pagina ufficiale della NASA in cui c'è il conteggio in tempo reale della distanza delle due sonde Voyager dalla Terra e dal Sole. Per la cronaca la Voyager 2 si trova a "soli" 16 miliardi di chilometri dal Sole, nell'eliosheath (lo strato più esterno dell'eliosfera).

Fra 40.000 anni circa la Voyager 1 dovrebbe passare a 1,6 anni luce dall'esopianeta AC +79 3888, conosciuto anche come Gliese 445.  A quel tempo tuttavia la sonda non sarà più operativa.

Curioso il fatto che la NASA abbia smesso di dare notizia delle imprese di questa sonda perché, stando a quanto riportato dal Register, ormai verso di lei c'è "scarso interesse". Un peccato per molti motivi. Innanzi tutto la Voyager 1 porta con sé il disco d'oro con i messaggi di saluto in diverse lingue indirizzati a eventuali forme di vita aliene che dovesse incontrare, e una collezione di registrazioni audio che era stata battezzata "Suoni della Terra".

Inoltre, sarebbe bene non dimenticare che le sonde Voyager sono state artefici di molte importanti scoperte sul sistema di Giove, fra cui i vulcani di zolfo su Io, e che la Voyager 2 è tuttora l'unico veicolo spaziale ad avere esplorato Urano (scoprì nuove lune e inviò a Terra le prime immagini degli anelli) e Nettuno.

Infine, bisogna ricordarsi che la celebre foto "Pale Blue Dot!" fu scattata proprio dalla Voyager 1, il 14 febbraio 1990.


Secondo loro questa immagine, che si vede lontano un miglio che e' un fake fatto al computer, e' L'ultima immagine di Urano ripresa dalla Voyager 2 quando oltrepassò il pianeta per proseguire verso Nettuno. Se volete giocare, faccio finta di crederci...

fonte: http://www.tomshw.it/news/voyager-1-mai-cosi-lontana-e-a-20-miliardi-di-km-dal-sole-74371

Alessandro

Dalla Rete: Paradossi?

Il Sovrano Militare Ordine di Malta, soggetti di diritto internazionale, PRIVO del REQUISITO della TERRITORIALITÀ ha sede all'interno del territorio della Repubblica Italiana, nel comune di Roma... Esistono cose inesistenti e non esistono gli esseri umani esistenti? Che paradosso...

Mio Commento: 

Paradosso? Tutto L'inverso. nel SISTEMA LEGALE, che e' pura finzione, esistono solo le maschere, le cose morte. Essendo L'essere umano vivente, ovvio che e' fuori considerazione..




Alessandro

Contrappasso




Alessandro

Dalla Rete: Del Dipendente Pubblico

Gli impiegati pubblici sono anche definiti servitori dello Stato. Servitore o servo è sinonimo di schiavo. Ecco appunto che ribadiamo, ancora una volta, che chi è dipendente di un Ente statale, per altro legalmente precluso, continua ad essere schiavo e allo stesso tempo mercenario al soldo del sistema mafioso-massonico-cattosionista.

Alessandro

IL Nome: Le Banche Dati

Essendo i vari registri dello stato e le sue emanazioni, banche dati, anche su esse, spetta il Diritto D'Autore?

Leggiamo:

"...La ‘'Direttiva europea relativa alla tutela giuridica delle banche dati (96/9/EC)[9] ha stabilito un principio sui generis di tutela delle banche dati che esula dal criterio di originalità proprio del diritto d'autore. Si pone come obiettivo quello di proteggere l'investimento di “considerevoli risorse umane, tecniche e finanziarie” necessarie alla creazione di una banca dati (par. 7 del preambolo), mentre le legislazioni di molti Stati Membri escludono esplicitamente lo sforzo e il lavoro dai criteri per la tutela del diritto d'autore. 

La tutela della banca dati si applica quindi “qualora il conseguimento, la verifica e la presentazione di tale contenuto attestino un investimento rilevante sotto il profilo qualitativo o quantitativo” (Art. 7, comma 1). I costitutori della banca dati hanno “il diritto di vietare operazioni di estrazione e/o reimpiego della totalità o di una parte sostanziale del contenuto della stessa”. 

Tale disposizione include “l'estrazione e/o il reimpiego ripetuti e sistematici di parti non sostanziali del contenuto della banca di dati che presuppongano operazioni contrarie alla normale gestione della banca dati o che arrechino un pregiudizio ingiustificato ai legittimi interessi del costitutore della banca di dati” (Art. 7, comma 5).

Gli Stati Membri possono limitare tale diritto nei seguenti casi (Art. 9):

- estrazione per fini privati da una banca di dati non elettronica;
- estrazione per finalità didattiche o di ricerca scientifica, purché l'utente legittimo ne citi la fonte e in quanto ciò sia giustificato da scopi non commerciali;
- estrazione e/o reimpiego per fini di sicurezza pubblica o per una procedura amministrativa o giurisdizionale.

I diritti sulle banche dati durano 15 anni a partire dal completamento della banca dati, ovvero dal momento in cui si configura l'investimento rilevante, oppure dalla data in cui la banca dati è divenuta accessibile al pubblico, in base a quale delle due sia successiva all'altra. 

La tutela è in vigore fino al 31 dicembre dell'anno di scadenza. Se venisse apportato una “modifica sostanziale” che si configura come un “nuovo investimento sostanziale”, la tutela si rinnova per ulteriori 15 anni (Art. 10)...."



Alessandro

martedì 16 febbraio 2016

Pensiero: Eldorado?

"...Ancora gli Dei con L'oro? El- d'oro...?

Alessandro

Pensiero: Della Bomba Atomica


Alessandro

Ma qualcosa e' vero??


Alessandro

Ma la Bomba Atomica




Alessandro

Su Equitalia.

EQUITALIA, NOTIFICHE INESISTENTI.


IN NOME DEL POPOLO ITALIANO UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI TARANTO-SEZ.1 nella persona del dott. Martino Giacovelli, ha pronunciato a Sentenza quanto in riassunto:

"Di conseguenza ILLEGITTIMA risulta l’ingiunzione notificata all’opponente, non potendo la stessa che essere ANNULLATA,  P.Q.M. il giudice di Pace di Taranto, dr. Martino Giacovelli, definitivamente pronunciando sull’opposizione depositata. ANNULLA l’ingiunzione impugnata;

2) compensa le spese di giudizio.  Così deciso a Taranto il 26 .10. 2015 Il Giudice di Pace ( dott. Martino Giacovelli)

Il quadro è abbastanza comprensibile. Da questo spaccato, ben si evince come Equitalia agisce sempre con leggerezza. Comunicazioni di una certa importanza, si chiamano "INGIUNZIONI di PAGAMENTO" e NON possono essere trattate alla stessa stregua di semplici Biglietti Augurali o Cartoline di Saluti da paesi Esotici.

Questo modo di agire è stato invalidato dalle ultime sentenze e comporterà una serie di ricorsi e un'opposizione a tutte quelle lettere inviate (Bustoni Bianchi) aggravando inevitabilmente il Cittadino/Contribuente con costi sicuramente non marginali e ricadranno su noi cittadini.

Questo perché Equitalia è un'agenzia a partecipazione statale. Il nostro Vivo consiglio è quello di opporre, SEMPRE!!!

Il Direttore TuDiVi
info@tudivi.it

Fonte: https://www.facebook.com/TUDIVI-238799416310757/?fref=nf

Alessandro

Pensiero: Sui Ricchi e Poveri..


Alessandro

Immagini Dall'Eden







Alessandro