Per avere bottiglie per 12 miliardi di litri di acqua servono 665 mila tonnellate di petrolio
Il consumo di acqua minerale è un’abitudine radicata nel nostro Paese. Dalle analisi del Censis, infatti, l’Italia è in seconda posizione, battuta solo dal Messico. Il 61,8% della popolazione italiana compra l’acqua in bottiglia, 192 sono i litri l’anno per persona (80% in bottiglie di plastica).
Ma è davvero utile? L’acqua minerale confezionata e venduta nei supermercati è in realtà uno spreco e l’utilizzo della classica acqua di rubinetto permetterebbe anche di risparmiare. Se consideriamo una famiglia di quattro persone il costo annuale varia da 160 a 400 euro (consumo domestico escludendo la ristorazione commerciale e collettiva). Ma c’è di più e non tanto per le nostre tasche quanto per l’ambiente. Produrre, trasportare e smaltire bottiglie di plastica destinate all’acqua minerale sono attività che agiscono sull’ambiente. Dal trasporto su gomme con relative emissioni e intasamento di vie già sovraccariche fino alla plastica delle bottiglie difficile da smaltire: ogni passaggio della “filiera” è critico e dannoso. Per produrre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri servono 450 mila tonnellate di petrolio utilizzate e vengono emesse oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 (legambiente_altreconomia_regioniimbottigliate2014_0).
Perché spendiamo tanto in acqua imbottigliata? La fiducia nelle proprietà dell’acqua di rubinetto, della sua sicurezza e potabilità è molto bassa, ed è per questo che si preferisce l’acqua minerale. In realtà non ce ne sarebbe bisogno, a meno di non avere alcuni problemi di salute tali da dover assumere queste acque. Sembra, tuttavia, che si stia assistendo a un’ inversione di tendenza, almeno secondo quanto comunicato da Acqua Italia (Associazione costruttori impianti e componenti per il trattamento delle acque primarie): la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, si attesta oggi al 67% con un 46% che dichiara di berla “sempre o quasi sempre”.
Uno dei motivi di questo cambio di rotta, oltre alla consapevolezza ambientale e alla voglia di risparmiare, vi è l’incentivo non indifferente dato dalle casette o distributori dell’acqua comunali. In alcuni l’erogazione avviene gratuitamente, per altri è necessario pagare una cifra comunque simbolica. Questi distributori offrono acqua proveniente dall’acquedotto, ma filtrata (uno o più filtri) e trattata per aumentare la sicurezza chimica e microbiologica. Sempre dall’analisi commissionata da Aqua, è emerso che il 57,5% degli intervistati conosce l’esistenza del servizio e, nel dettaglio, il 28,6% di questi vive in un comune che possiede un distributore d’acqua. Il 19,1% vive in una località che non lo possiede ma se fosse proposta l’iniziativa, aderirebbe di certo.
La soluzione per dimenticarci delle bottiglie di plastica inquinanti e anti economiche ci sarebbe, basterebbe solo diffonderla in ogni comune e mettere la popolazione a conoscenza di questa possibilità.
Fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/acqua-minerale-bottiglia-inquinamento.html
Alessandro
Nessun commento:
Posta un commento