Sempre dal nostro Giancarlo
L’antincendio in Sardegna!
L’apparato antincendio in Sardegna è un grossissimo business finanziario, mafioso-massonico, che perdura da molti anni e che vede agire, in simbiosi, la massoneria, prevalentemente piemontese da un lato, predominante dai tempi dei Savoia, e quella Sarda, subordinata, dall’altro. Se da una parte a muovere i fili del teatrino sono le grosse ditte che gestiscono il servizio, dall’altra c’è la pollitica Sarda, da sempre collusa e servile, che non può non avere benefici e tornaconti da questo legame.
Non si spiega, infatti, il perché la Regione Sardegna non abbia mai stabilito per una flotta propria, che avrebbe permesso, in un determinato lasso di tempo, l’ammortamento dell’investimento, piuttosto che svuotare, puntualmente, le casse regionali ogni stagione estiva, con costi ben più esosi che non con un investimento proprio.
Questo avrebbe permesso anche l’utilizzo dei mezzi per altri compiti di Protezione Civile durante l’intero arco dell’anno. Il denaro utilizzato in quest’attività ha dell’incredibile, ancor più se a essere analizzato è l’apparato aereo che, puntualmente, ogni anno, succhia dalle casse della Regione cifre esorbitanti, a scapito dei mezzi a terra, spesso inadatti, obsoleti e malfunzionanti, senza considerare i trattamenti economici inadeguati degli operatori a terra, che sono sottoposti a notevole stress e grossi rischi nell’espletamento della loro professione.
Ma, non essendo contenti di ciò, i nostri pollitici-massoni, nazionali e regionali, si sono da poco inventati anche la protezione civile, come se già l’apparato forestale non fosse sufficiente, peraltro già diviso in due branche, incomprensibili da un punto di vista funzionale, il tanto da aumentare il budget a disposizione, assegnare nuove poltrone agli amici degli amici e frazionare ulteriormente le competenze sul servizio antincendio.
Per i meno attenti, è sufficiente analizzare il logo della protezione civile per realizzare i classici e soliti simboli massonici, che gestiscono oramai tutti gli apparati dello stato italiano (azienda italia). Spesso è capitato di leggere di lamentele, con ragione, da parte degli amministratori locali sui ritardi e inadeguatezze dell’apparato antincendio, soprattutto su quelli inerenti i mezzi aerei.
Iniziamo col dire che il servizio si pone in esercizio, puntualmente, sempre con lo stesso iter, ossia, parziale ritardo nel mettere in funzione tutti i settori del dispositivo, disorganizzazione, attesa dell’ultimo momento per avere il sistema completamente efficiente, lotte intestine nei vari Enti per chi deve accaparrarsi la poltrona dirigenziale, approssimazione, disinteresse, ecc. In pratica, anziché preparare il servizio durante l’arco dell’anno, cercando di migliorarne l’efficienza, si parte improvvisamente a ogni inizio stagione, senza arte ne parte, del genere armata Brancaleone, alle prime avvisaglie di bel tempo si corre tutti ai ripari, con un apparato che è stato, praticamente, in letargo per mesi.
I dirigenti di tale apparato, il cui principale scopo è carrieristico e protagonistico (vedasi Emendamento “senza vergogna” del 2011 per le carriere facili), poco si preoccupano dei risultati sul campo, per contro, assai dei propri lucrosi stipendi, fama e notorietà (data da cosa poi…?), senza parlare dell’uso e abuso che si fa’ proprio dei mezzi aerei, anche per scopi non istituzionali, pensando di servirsi per propri fini degli strumenti a disposizione, piuttosto che di amministrare un apparato pubblico al servizio della comunità.
Considerato ciò, gli amministratori locali dovrebbero chiedere il risarcimento dei danni subiti negli anni alla Regione Sardegna o a chi per Essa. Questo grosso e dispendioso apparato è in vigore da molto tempo, grazie ad un accordo-farsa tra una cordata di aziende, che si sono intervallate negli anni, e la Regione Sardegna. Tale contratto, utilizzato per ogni triennio, sino a oggi, col metodo “copia e incolla”, trae la sua origine da un documento già in uso in altre Regioni della Penisola e presentato alla Regione Sardegna, parzialmente modificato e adattato all’occorrenza, così da poter trarre il massimo guadagno col minimo sforzo.
Ancora oggi questo documento è valido e, all’insaputa dei più, continua a succhiare cospicue risorse a scapito dell’efficienza. Per esempio, solo per citare qualche dettaglio, prevede, in parte, mezzi aerei obsoleti, oramai superati, per i quali la Regione non si decide a intervenire per motivi ovvii, trascinandosi l’incombenza a data senza termine. Altro esempio è l’orario d’inizio del servizio aereo regionale, ossia, le 11.00 di mattino! In pratica sino a quell’ora non vi è nessuna disponibilità di un mezzo aereo pronto al decollo in tutto il territorio regionale.
Perciò i nostri cari piromani, ben conoscendo le procedure, sono in grado di danneggiare il territorio in men che non si dica. Allora mi domando il perché di tutto questo dispiegamento di forze e sperpero di denaro per un apparato monco dal principio? È doveroso comprendere che per assicurare il tempo pieno, come dovrebbe essere normalmente, occorre più personale, e questo alle aziende private costa, meglio spremere i piloti al massimo della resa, superando abbondantemente i turni di servizio, ben al di fuori delle norme, col beneplacito di chi dovrebbe invece ispezionare.
Ancora meglio se questi piloti sono già pensionati, si prestano con più facilità ad accondiscendere i propri datori di lavoro, anche perché un pensionato costa meno in contributi. E come se non bastasse, alle aziende, la Regione Sardegna ha sempre riservato un occhio di riguardo particolare, di cui queste ultime hanno silentemente goduto, l’occhio della testa di moro per intenderci, quello bendato! Si, perché in tutti i ritardi nelle operazioni di intervento, rifornimento e avvicendamento, non sono mai state applicate le penali previste dal contratto.
E di ritardi ce ne sono stati, e anche tanti! Il tutto sotto il controllo “vigile” dei responsabili del Corpo Forestale Regionale. Per non parlare della falsità negli atti compilati dal personale di volo che, per accondiscendere ai propri datori di lavoro, hanno spesso falsificato le proprie dichiarazioni inerenti le presenze e turnazioni di servizio. Di tutto questo putridume la cosa che fa davvero pena è l’ignoranza del popolo sardo, sempre preso da lotte intestine, ma pronto a stendere il tappeto rosso al “forestiero”. Non si può, infatti, affermare che la mano di tutto questo scempio non sia locale.
Questi farabutti che distruggono degli esseri viventi, di questo si tratta se parliamo della flora, senza scrupolo alcuno e per l’esclusivo minimo tornaconto economico, ossia le briciole dell’apparato, ma anche diversamente non sarebbe comunque giustificabile, si arrogano il diritto di mutilare una Regione che da parte sua ha dato loro i natali e ogni ben di Dio. Gentaglia! Naturalmente in tutto questo vi è anche una parte sottile, incomprensibile ai più e che riguarda la lotta tra due forze contrapposte. Infatti, è necessario sottolineare che, la Sardegna è attraversata dalla linea sincronica nr. 5 (la stessa della Val di Susa* per intenderci), che da tempo è sottoposta a stress non indifferente.
Basti pensare a ciò che sta accadendo in merito alla TAV per capirci! Il danneggiamento di questa linea energetica comporterebbe gravissime conseguenze. Questa linea che parte dal Nord del Globo e arriva sino al Sud Africa è alla pari di un’arteria dell’uomo, che ne trasporta il sangue, vitalizzando l’intero corpo umano. Ancora una volta Sardegna e Piemonte hanno un legame, ma ancora una volta questo legame è negativo. • La Val di Susa è anche attraversata dall’importantissima linea energetica dell’Arcangelo S. Michele, che corre retta tra Israele e l’Irlanda, con molti famosi santuari costruiti in epoche passate su questa linea, tra cui, appunto, la Sacra di S. Michele in Piemonte.
In Pace ed Onore
colui che è
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